Verso un approccio sistemico per la gestione della sicurezza nell’attività di pesca

Una ricerca condotta nel 2018, in relazione agli indici di frequenza e gravità di infortunio sul lavoro, ha dimostrato come una mirata strategia di prevenzione sul lavoro, basata su un approccio manageriale e gestionale della sicurezza, è effettivamente efficace nel migliorare sensibilmente la prevenzione e le condizioni di salute e sicurezza del lavoro.

Nelle aziende che adottano e applicano correttamente un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SGSL), infatti, avvengono meno infortuni (-16%) e, anche quando accade un infortunio, questo, nel 40% dei casi, è meno grave rispetto allo stesso infortunio occorso in una impresa che non adotta e applica un SGSL.

I dati sopra indicati dimostrano inequivocabilmente, che una diversa e più puntuale gestione della sicurezza, di tipo sistemico, con attenzione ai sistemi di prevenzione e protezione, può ottimizzare i processi e conseguentemente ridurre infortuni e malattie professionali, offrendo, quindi, benefici economici e produttivi tangibili alle aziende.

In tal senso numerosi studi scientifici, infatti, indicano che, per una corretta gestione della salute e sicurezza sul lavoro ed una riduzione degli infortuni e della loro gravità, è auspicabile adottare standard gestionali come le Linee Guida UNI INAIL, le UNI ISO 45001 o i modelli organizzativi e gestionali (MOG), definiti ai sensi dell’art. 30 del D. Lgs. 81/2008.

Le Linee Guida INAIL per l’implementazione di sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro nelle micro e piccole imprese, come noto, propongono un modello gestionale con modalità applicative più semplificate che potrebbero rivelarsi, con opportuni adattamenti, coerenti con le caratteristiche dimensionali delle nostre imprese, caratterizzate da una struttura organizzativa debole e semplice. Esse infatti minimizzano utilmente il fabbisogno di risorse umane e strumentali da impegnare nella implementazione di un SGSL aziendale.

Nel settore mercantile, peraltro, in linea con le indicazioni e prescrizioni dell’ISM Code, notoriamente non applicabili alle unità da pesca, operano sistemi di gestione che consentono di governare, anche con una struttura organizzativa di terra, in maniera utile e proficua, le gravi problematiche della sicurezza. Questo approccio sistemico, rimodulato secondo le caratteristiche e gli elementi di peculiarità del settore della pesca, potrebbe trovare forme applicative virtuose nelle imprese di pesca.

Dobbiamo chiederci, allora, quali sono le criticità e le problematiche che limitano la diffusione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento al nostro settore; proviamo, quindi, a darci delle possibili risposte, esaminando le ragioni di un mancato decollo nel nostro settore dei sistemi di gestione.

Il problema è che, ad oggi, nel nostro settore, aziende in grado di adottare tali sistemi sono assai poche se non addirittura inesistenti ed è quindi difficile produrre una crescita della cultura della sicurezza con sostanziali effetti di miglioramento delle condizioni di sicurezza.

Il nostro settore, come noto, è caratterizzato da specificità e peculiarità tali, a cominciare dall’ambiente di lavoro e dai pesanti condizionamenti gestionali delle politiche comunitarie e nazionali della pesca, che lo rendono difficilmente confrontabile con altri settori produttivi.

La nostra pesca è caratterizzata, peraltro, da unità produttive di ridottissima dimensione, micro imprese, con ridotto personale, contrattualizzato alla parte, con una insufficiente ricambio generazionale e una carente struttura organizzativa aziendale, il tutto associato ad una ormai strutturale debolezza economica, pericolosamente accentuatasi nell’ultimo periodo per le conseguenze recessive della emergenza Covid e ancor peggio del caro gasolio.

Siamo ben consapevoli che le difficoltà economiche non possono giustificare inefficienze sul piano della sicurezza ma certamente non può negarsi che esse costituiscono un forte deterrente agli investimenti e quindi alla implementazione di modelli, peraltro non obbligatori, che consentano un deciso miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori della pesca.

In queste condizioni e nell’attuale contesto, che non sembra, ahimè, destinato a migliorare nel breve periodo, non è pensabile che le imprese di pesca, da sole, possano essere in grado di affrontare seriamente, in termini innovativi, le gravi problematiche della sicurezza, implementando modelli e standard gestionali per esempio del tipo di quelli in uso nel settore mercantile (SMS) o di quelli tracciati, per le piccole, micro imprese dalle linee guida INAIL, che implicano soluzioni organizzative sicuramente più complesse e conseguenti investimenti: non ne avrebbero né le capacità organizzative né le disponibilità economiche necessarie.

E’ necessario e direi prioritario costruire mirate convergenze tra tutti gli attori, pubblici e privati, con competenze in materia di sicurezza, per affrontare e gestire al meglio le gravi problematiche della salute e sicurezza nel nostro settore e soprattutto agire nelle logiche di rete per superare le difficoltà del comparto, con soluzioni organizzative che superino le deboli strutture aziendali .

La nostra Federazione, che da sempre ha dimostrato particolare sensibilità alle gravi problematiche della sicurezza,, sta cercando di indirizzare sensibilità politiche su queste tematiche che consentano la creazione di virtuose sinergie tra rappresentanze datoriali ed Enti ed Autorità preposte, oltre alla necessaria individuazione ed erogazione di mirati strumenti finanziari in modo da facilitare, anche nel nostro settore, la strutturazione di modelli gestionali di tipo sistemico.

Nel contempo la Federazione, interpretando bisogni e sensibilità locali, sta sviluppando e realizzando, in via prototipale, soluzioni progettuali intese a sperimentare modelli gestionali di tipo sistemico specifici, dimensionati al nostro settore, anche interpretandone le peculiarità, le caratteristiche, gli elementi di specificità e superandone le debolezze.

L’obiettivo dell’azione progettuale è la realizzazione prototipale e la conseguente sperimentazione di un sistema di gestione (SGS) del tipo di quelli in uso nel settore mercantile - SMS (Safety Management System), che, come detto, non sono cogenti per la pesca. Si tratta di un modello gestionale che, pur tracciato sulle indicazioni dell’ISM Code, dovrà sperimentare soluzioni e dimensioni coerenti con le peculiarità, specificità e debolezze organizzative ed economiche del nostro settore, ma nel contempo dovrà trovare forti elementi di coerenza anche con i sistemi di gestione per le piccole micro imprese, strutturati nelle linee guida INAIL.

Nella piena consapevolezza che le nostre imprese, singolarmente, per le ragioni sopra esplicitate ed in particolare per la loro debole organizzazione aziendale, non potranno sostenere un approccio sistemico alle problematiche gestionali della sicurezza, si è individuata, quindi, una soluzione praticabile con la implementazione prototipale di una struttura di terra che, affiancando e sostenendo le imprese aderenti, potrà realizzare e gestire, in via sperimentale, il sistema, anche attraverso una organizzazione collettiva di più imprese del Compartimento, in modo da superare le debolezze organizzative ed economiche della singola impresa.

L’azione progettuale, considerata la ridotta sequenza datore di lavoro, comandante e lavoratori imbarcati, in numero assai contenuto, si prefigge, in conclusione, di supportare, attraverso la struttura di terra, il datore di lavoro aiutandolo e sostenendolo negli adempimenti e quindi nel suo ruolo centrale di operatività nella gestione della sicurezza.

Il sistema di gestione che si sta strutturando deve, in sostanza, generare un flusso procedurale virtuoso e continuo, (terra-impresa-unità da pesca), scevro da una eccessiva burocratizzazione dei processi ma orientato al concreto, con l’obiettivo di facilitare gli articolati e complessi adempimenti in materia di sicurezza, supportando in maniera continuativa il datore di lavoro, aiutandolo nell’attuare e tenere sotto controllo tutte le attività e gli interventi richiesti dalla normativa vigente, anche di settore, e dallo stesso Sistema di gestione implementato, con le connesse responsabilità. In questa operazione potrà rivelarsi di indubbia e forte utilità la nostra idea di attribuire al Comandante la funzione di preposto, con le funzioni e responsabilità connesse al suo rilevante ruolo aziendale anche in materia di sicurezza.

Il sistema non sarà una struttura rigida ma un “cantiere” in continuo divenire, un modello da costruire e migliorare progressivamente, quindi sempre aperto a nuove funzioni e soluzioni gestionali dimensionate alle caratteristiche ed esigenze del settore.

Non possiamo né dobbiamo nasconderci, però, che questa operazione di coerenza e la stessa realizzazione di un SGL nel nostro settore, anche in modalità il più possibile semplificate, rappresenta, comunque, un impegno notevole per le nostre imprese, per le ragioni più volte esplicitate.

Con tale consapevolezza riteniamo necessario che le imprese coinvolte o da coinvolgere nella esperienza progettuale dovranno prioritariamente valutare, con attenzione, l’opportunità di implementare, a regime, un SGSL aziendale che non è obbligatorio, tenendo in ogni caso presente che l’istituzione di un SGS, qualora riconosciuto dall’INAIL, a prescindere dagli effetti positivi che sicuramente produrrà in termini di virtuoso miglioramento nell’approccio complessivo alla sicurezza, avrà anche una efficacia esimente delle responsabilità amministrative delle persone giuridiche e società, a norma dell’art. 30 del Testo Unico sulla sicurezza, ma comporterà, altresì, positive agevolazioni sulle contribuzioni INAIL.

In conclusione giova ribadire che le imprese interessate ad un nuovo approccio manageriale, di tipo sistemico, nelle politiche della sicurezza potranno affrontare, in termini sicuramente di maggiore efficienza ed efficacia, le gravi problematiche della sicurezza, attraverso il supporto e l’affiancamento costante della struttura organizzativa di terra.

Il progetto pilota che la Federazione sta implementando, in conclusione, è finalizzato come detto, all’applicazione dell'ISM code (International Security Management) alle barche da pesca con la maggiore semplificazione possibile, senza per questo inficiare il risultato finale atteso, nella convinzione che l'SGS sia uno dei pochi se non l'unico sistema in grado di offrire i vantaggi derivanti dalla costituzione di una struttura armatoriale a terra, comune ad un gruppo di imprese. Vantaggi che di seguito sinteticamente esplicitiamo: 1) superamento delle difficoltà, anche formali, di sovrapposizione di ruoli, derivanti dalla scarsità delle risorse umane in equipaggi limitati ( 3-6 lavoratori) 2) essere punto di raccordo fra "linea consultiva" e "linea operativa" 3) organizzare una gestione integrata di alcune funzioni (informazione, formazione, addestramento, individuazione di azioni preventive e protettive, raccolta di dati su infortuni e patologie legate al lavoro) con garanzia di omogeneità su tutte le imbarcazioni associate 4) facilitare il dialogo fra armatori e organi di vigilanza 5) essere punto di riferimento concreto a servizio di tutta la categoria inserendosi facilmente nel modello organizzativo dell'associazionismo già esistente 6) assicurare, con costi sostenibili, risorse professionalmente adeguate in grado di sviluppare processi operativi corretti e la prevenzione delle situazioni pericolose col monitoraggio continuo.

Si tratta, in sostanza di una virtuosa iniziativa progettuale sicuramente innovativa e capace di interpretare in maniera equilibrata e lucida, le esigenze diffuse di un sostanziale innalzamento di un positiva cultura della sicurezza, nel settore, con un conseguente virtuoso miglioramento delle condizioni di prevenzione e protezione nel nostro sistema produttivo.

Il Coordinatore Gruppo di Lavoro “Sicurpesca”

Dott.Giuseppe Gesmundo